Alla conquista del mondo

di Stefano Moro Alla conquista  del mondo Il gigante di Mark Zuckerberg non si ferma.  Perché lui vuol essere Internet. Poc...

di Stefano Moro
Alla conquista 
del mondo

Il gigante di Mark Zuckerberg non si ferma. 

Perché lui vuol essere Internet.



Pochi attori, molto potenti: questa la realtà del web, lo diciamo da tempo. E questo mese parliamo di Facebook, il gigante di Menlo Park, la società fondata da cinque studenti tra le mura dell’Università di Harvard e oggi quotata in borsa, con un fatturato annuo di 12,5 miliardi di dollari. 
Un’avventura dei giorni nostri, ben descritta nel film The Social Network, che racconta di un’idea balzana che è diventata mito e di un programmatore imberbe che è diventato una delle persone più potenti e ricche al mondo. Mark Zuckerberg ha oggi 31 anni e ne aveva 20 quando ha fondato Facebook. La sua felpa, indossata a Wall Street in occasione della quotazione in borsa nel 2012, ha sollevato molte critiche, ma in fondo non ha fatto altro che consolidare un personaggio tutto americano, un amministratore delegato che percepisce uno stipendio di 1 dollaro all’anno e prende due mesi di paternità, e allo stesso tempo un trentunenne che grazie a Facebook ha accumulato un patrimonio personale di più di 46 miliardi di dollari, secondo Forbes.   
D’altra parte i numeri sono tutti dalla sua parte, quasi 30 milioni di iscritti in Italia e 1,4 miliardi nel mondo, ai quali si affiancano i 600 milioni di utenti di Messenger, i 700 milioni di WhatsApp e i 300 milioni di Instagram. Già, perché anche Facebook, come Google, non si è fatta mancare una campagna acquisti impressionante, che ha registrato, negli anni, le acquisizioni di FriendFeed, Instagram, WhatsApp, Oculus VR, PrivateCore, Pebbles e molte altre piattaforme e società operanti su Internet. Un gigante che, oltre al fatturato miliardario, può contare su sedi in tutto il mondo e su 12.000 dipendenti.   
Mark Zuckerberg (a destra) con Barack Obama

Le mani sul web

La vera sfida di Facebook, però, non è essere il servizio Internet più utilizzato, ma “essere Internet”. Il prossimo obiettivo di Zuckerberg è proprio quello di garantire con Facebook tutto il patrimonio di relazioni, esperienze, divertimento e informazioni che una persona può cercare sul web. Sostituire i siti web con Pagine Facebook. Un obiettivo forse troppo alto, anche per il ragazzo prodigio di White Plains. Forse. Perché le sperimentazioni in atto su notifiche e news personalizzate hanno proprio questo scopo: fornire all’utente, grazie a una profilazione millimetrica dei suoi gusti e delle sue idee, proprio le informazioni che cercherebbe autonomamente in rete. 
Sono diverse le novità appena uscite e quelle in cantiere, tutte mirate a coinvolgere sempre più gli utenti nella vita virtuale del social network. Ha sorpreso molti utenti, ad esempio, il Safety Check sperimentato durante gli attentati di Parigi, un’applicazione che ha informato dello stato dei propri “amici” presenti nella capitale francese durante le sparatorie e le esplosioni, una sorta di appello online condiviso con tutti i contatti. Novità che ha destato anche qualche perplessità in termini di rispetto della privacy, non avendo richiesto, pare, specifiche autorizzazioni agli utenti coinvolti. 
D’altra parte le questioni della privacy e dell’uso dei dati di profilazione sono da sempre aperte e periodicamente tornano sotto i riflettori della cronaca giudiziaria. È del novembre scorso, ad esempio, la notizia della condanna di Facebook da parte di un tribunale belga per il tracciamento tramite cookie degli utenti non iscritti al social network. E negli stessi giorni l’attivista e avvocato Max Schrems ha portato alla Corte suprema austriaca la class action contro Facebook per violazione delle norme europee sulla privacy e 20.000 cittadini israeliani hanno presentato alla Corte suprema dello Stato di New York una class action contro le pagine antisemite. 
Insomma, sempre guai giudiziari all’orizzonte per Facebook, ma anche continue innovazioni tecnologiche, come la sperimentazione di un sistema di riconoscimento facciale per il Messenger, in grado di suggerire ad esempio l’invio di una foto all’amico ritratto. Manco a dirlo, un altro enorme problema legato alla normativa sulla privacy. 
E poi c’è internet.org, l’ambizioso progetto di Zuckerberg per portare Internet nel mondo, raggiungendo zone non connesse anche grazie ai droni e satelliti. Un progetto filantropico, si definisce, proprio come Project Loon di Google. E anche questa volta non possiamo non pensare a quanto sarà remunerativo per un’azienda come Facebook, che vedrà così crescere, se non raddoppiare, i propri utenti.

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