Una casa chiamata Terra

di Enrico Molineri-Marco Pappalardo Una casa chiamata Terra Inizia un nuovo percorso: riflessioni e approfondimenti sulle tematiche tra...

di Enrico Molineri-Marco Pappalardo

Una casa chiamata Terra

Inizia un nuovo percorso: riflessioni e approfondimenti sulle tematiche trattate da papa Francesco nella sua ultima enciclica: Laudato si’. I temi ben si legano con l’anno Santo della Misericordia e nel corso dell’anno verranno collegati alle opere di misericordia.


Il creato è la nostra
Casa comune

In ogni persona c’è un istinto innato a prendersi cura di se stesso e degli altri, come parenti e amici, ma anche gli animali, la propria casa, l’ambiente circostante. L’istinto ha bisogno dell’educazione dell’accompagnamento, della cultura, per poter diventare un vero e proprio stile di vita.
Certi atteggiamenti li diamo per scontati in un contesto familiare normale: chi non porrebbe attenzione alla mamma o alla sorella per esempio? Chi non le difenderebbe in caso di pericolo? Possiamo, invece, dire lo stesso per la nostra Terra? Ci ha visto nascere, ci ha visto crescere “come una madre e come una sorella”, eppure spesso la trascuriamo, la roviniamo e la sfruttiamo. C’è bisogno, dunque, di uno sguardo nuovo e familiare, c’è bisogno di abbracciare la Terra e di averne cura in modo non diverso da come lo si ha per le proprie madri, sorelle, case.

Un’indagine condotta da AstraRicerche ha fotografato gli adolescenti, in età compresa fra i 15 e i 19 anni, e il loro rapporto con i temi ambientali sotto diversi punti di vista. Ne emerge una generazione che ha a cuore l’ambiente ed è consapevole dell’importanza dell’impegno personale a favore della causa.
I giovani sono preoccupati soprattutto pensando all’intero pianeta (81%), meno per la situazione ambientale del proprio Paese e del territorio in cui vivono, anche se tra i ragazzi del Sud si registra un livello di preoccupazione locale maggiore rispetto alla media. Nella maggior parte dei casi ci prendiamo cura di casa nostra, della nostra stanza, di ciò che ci fa sentire quasi in un habitat naturale, un piccolo mondo in cui chiudersi quando vogliamo stare soli con noi stessi o da aprire per accogliere chi amiamo.
Ciò, però, non basta per vivere bene, poiché non si può passare l’esistenza rinchiusi seppur protetti; la realtà è molto più grande di noi ed è urgente la sfida di allargare gli orizzonti per proteggere una casa più grande e comune senza la quale anche la nostra perderebbe di valore. Il creato, l’ambiente, la natura hanno bisogno di veri e propri custodi, fedeli ed uniti da un progetto di cambiamento e salvezza.
All’inizio del secondo millennio, secondo le statistiche, il numero di quanti vorrebbero “cambiare il mondo” è diminuito costantemente, mentre sono aumentati i giovani che non ritengono necessario impegnarsi. Sarebbe facile collegare questo andamento alla diffusione della televisione e al consumismo sfrenato che, aumentando il benessere, fanno venire meno la voglia di lottare, ma riteniamo che il problema non sia così semplice ed andrebbe studiato più approfonditamente. Allo stesso modo, se l’impegno sociale e quello per la difesa della natura sono diminuiti negli ultimi anni, non si può certo dire che continueranno a farlo in futuro. 

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