Studia meglio, ricordi di più
scuola di Deborah Bergantin Vuoti di memoria Studia meglio, ricordi di più Ci sono tanti metodi per rendere meno fatic...
https://www.dimensioni.org/2016/10/studia-meglio-ricordi-di-piu.html
scuola
di Deborah Bergantin
Vuoti
di memoria
Studia meglio,
ricordi di più
Ci sono tanti metodi per rendere
meno faticoso e più semplice l’apprendimento. E affrontare le interrogazioni
senza ansia.
Chi ben comincia
è a metà dell’opera. L’avrete certamente sentito dire tante volte, ma è un
proverbio che chiunque avrà verificato nel suo percorso di studi. Capita di avere
difficoltà, succede a tutti, e la prospettiva di un debito formativo,
magari anche in vista dell’Esame di Stato, può spaventare e disorientare.
Si può
intervenire a correggere questo problema, senza perdere la calma. Basta trovare
il proprio metodo di studio per rendere meno faticoso e più facile
l’apprendimento, soprattutto quello a lungo termine, che è il vero imparare.
È necessario
pensare, quindi rielaborare ciò che si studia, altrimenti le
informazioni resteranno come in superficie e sarà stato un impegno inutile. È
un passaggio fondamentale, l’unico che davvero ci permette di fissare quello
che studiamo.
Pause e spuntini
Procediamo
con ordine. Prima di tutto è importante tenere presente che studiare a testa
bassa per ore, convinti di far bene, può ritorcersi contro di noi: non siamo
macchine. La memoria ha bisogno di pause per lasciare sedimentare le
informazioni acquisite: concentratevi per cinquanta minuti, poi riposate per
dieci. Riposate: non navigate, non utilizzate social network o lo smartphone.
Usateli, ma quando avrete terminato di studiare.
Utilizzate
invece la pausa per fare un veloce spuntino, parlare con qualcuno, fare
una passeggiata o guardare fuori: lasciate la mente libera di vagare. Ottimo,
sotto questo profilo, è dormire dopo lo studio. Durante il sonno la
mente rielabora e fissa le informazioni acquisite nella giornata.
Leggi e rileggi
Cominciamo
ora ad analizzare quali sono i passaggi che possono aiutarci a studiare
meglio prendendo qualche spunto da un ottimo libro, Studiare è un gioco
da ragazzi!, di Matteo Salvo (edizioni Gribaudo).
La prima
“mossa” da fare è la prelettura, ovvero la fase in cui si prende
contatto con quanto dobbiamo studiare. Potete ad esempio leggere le voci
all’indice del libro relative all’argomento o i titoli dei paragrafi o ancora i
box informativi, se il testo che avete tra le mani ne dispone.
Passiamo
quindi alla prima lettura: per ora leggete senza ancora selezionare i
punti di richiamo più importanti. Questo tipo di lettura ci permette una
visione d’insieme indispensabile ad orientarci nelle successive selezioni. Sarà
solo in una seconda lettura, infatti, che interverremo sul testo
evidenziando, paragrafando e titolando; attenzione, però, a non evidenziare a
tambur battente. Se si evidenzia tutto o comunque la maggior parte delle parole
sarà stato inutile farlo: evidenziare serve a riepilogare con poche
parole i punti chiave dell’argomento di studio.
Ora passiamo ad un momento molto importante: ripetere ad alta voce
cosa abbiamo imparato. Cerchiamo di farlo come se dovessimo spiegarlo a
qualcuno. È solo quando siamo in grado di spiegare a qualcun altro quello che
abbiamo appreso che davvero lo abbiamo memorizzato, fatto nostro.
Ma perché
si dimentica ciò che si studia? Accade quando si è demotivati, distratti e
disattenti, quando vi sono interferenze, disordine e sovraccarico d’informazioni,
quando non ci si concede il tempo di assimilare propriamente quello che si sta
studiando. Verificare e controllarsi serve a mantenere in uso l’informazione
appresa e renderla via via più presente nella nostra memoria.
Un altro
metodo per fissare le informazioni è quello di partire da un elemento dello
studio e costruirgli intorno collegamenti ramificati. Lo sostiene sempre
Salvo nel suo Metti il turbo alla tua mente con le mappe mentali, sempre
edizioni Gribaudo. Già solo nello sforzo di organizzare un argomento in questo
modo, la mente compie un’attività tale da
trattenere il 60% di quanto stiamo scrivendo. Un approfondimento in merito lo
trattano anche Tony e Barry Buzan con il loro Mappe mentali (Alessio
Roberti editore). Provate, per avere un’idea, ad osservare la mappa che abbiamo
pubblicato qui di fianco.
Non
sottovalutiamo l’importanza di effettuare test su quanto imparato. Che
siano domande che ci rivolgiamo da soli, come «cosa so di...?» o test forniti
dall’insegnante o dal testo, servono a stimolare la mente a sintetizzare e
fissare le informazioni.
Sei
consigli
Buone “dritte” arrivano anche dal valido manuale Make
it Stick: the science of successful learning di Peter Brown, Mark Mc
Daniel, Henry L. Roediger III (Harvard University Press). Nel testo i consigli per gli studenti sono
sintetizzati in sei punti. Eccoli:
1. Optare per l’esercizio attivo, invece della
revisione. Se si sta imparando un
mestiere, una lingua straniera o un’altra materia qualsiasi, fare pratica con
il recupero dalla memoria piuttosto che rileggere il testo o rivedere il
materiale didattico. Ricordare quello che si è imparato rende più forte
l’apprendimento e più facilmente richiamabile in seguito.
2. Spaziare gli esercizi. Intervallare le sessioni di pratica,
lasciando che trascorra del tempo tra di loro. La pratica concentrata (tipo un
ammasso) porta ad un rapido apprendimento, ma anche all’oblio rapido, rispetto
alla pratica distanziata. L’intervallo aiuta a fissare l’apprendimento nella
memoria di lungo termine.
3. Dormire molto. Gli studenti pensano che una nottata di studio sia un
buon modo per studiare, ma il sonno aiuta a consolidare i ricordi e può rendere
migliore il recupero delle informazioni apprese (rispetto ad essere privati del
sonno).
4. Passare tra lo studio di argomenti diversi. Se tra una settimana ci sono gli esami finali di
storia, chimica e psicologia, è meglio studiare tutte queste materie ogni
giorno e non solo una.
5. Mettersi alla prova. Simulare gli esami e rifarlo ripetutamente
mentre si studia. Questo passo permette di praticare il recupero di
informazioni dalla memoria, rendendo i percorsi dell’apprendimento più forti in
modo da poter richiamare quanto imparato facilmente in seguito, e permettendo
anche di valutare ciò che si sa e ciò che non si sa.
6. Prendere appunti a mano e non con il computer. Durante la digitazione, gli studenti
tendono a registrare le informazioni come se le stessero prendendo sotto
dettatura. Quando si scrive a mano, si scrive più lentamente, così da dover
pensare di più sul materiale da riassumere.
Ansia ridotta
Abbiamo effettuato tutti questi passaggi? Bene, allora mettiamo nero
su bianco le domande che maggiormente temiamo, i nostri punti deboli, e
chiediamo a qualcuno (un parente, un compagno di studio) di interrogarci
insistendo proprio su quelli: ridurrà l’ansia fino a farla scomparire. E,
vedrete, successo dopo successo, sarà sempre meno presente e forte.
Una volta
che avrete imparato bene a sintetizzare cominciate a farlo prendendo appunti
durante le lezioni: è già un primo momento di apprendimento, è tempo guadagnato
sui passaggi che faremo successivamente da soli a casa.
Come
vedete, questa è una piccola panoramica di quello che può aiutare a non farsi travolgere
da ansie e paure. Una volta trovato il “vostro” metodo avrete di certo
semplificato un aspetto importante della vostra vita da studente. E ricordate:
cercare questo metodo, così come lo stesso atto di studiare, è una grande
scuola di vita che educa alla pazienza, alla volontà, al valore del
tempo e della fatica. Tutte cose che fanno di ognuno una persona matura,
responsabile e rispettosa. <