Alvaro Soler - Tutti i colori della vita

M USICA di Francesca Binfarè A tu per tu con Alvaro Soler Tutti i colori della vita È stato il re dell’estate con il singolo “La ...

MUSICA

di Francesca Binfarè

A tu per tu con Alvaro Soler
Tutti i colori della vita
È stato il re dell’estate con il singolo “La cintura” e ora lo è anche dell’autunno con il nuovo cd “Mar de colores”. Tante tinte diverse che si mescolano nelle canzoni che “fanno di noi quel che siamo”.

L’estate è ormai archiviata, ma una fetta della calda stagione è ancora qui, ben viva. A fornircela è Alvaro Soler, che la prolunga con l’uscita del suo nuovo album, Mar de colores, finito al secondo posto della classifica di iTunes Italia poche ore dopo la sua pubblicazione.
Alvaro ai successi ci è abituato: il cd d’esordio Eterno agosto, uscito tre anni fa, aveva conquistato le radio e il pubblico con la sua solarità, e si era guadagnato il disco di platino per le vendite nel nostro Paese.
Agli stessi risultati sembra destinato Mar de colores, che è stato lanciato da un altro successo indiscusso, La cintura, con cui Alvaro ci ha tenuto compagnia tutta l’estate. Ma nel nuovo disco c’è molto altro: di questo abbiamo chiacchierato con lui, di passaggio a Milano tra i mille impegni della promozione internazionale.

Una vita molto intensa, la tua. Certamente non hai fatto vacanze la scorsa estate.
Mi sono ritagliato pochi giorni in ottobre, prima di mettermi a pensare al palco per i prossimi concerti, decidere come saranno questi live e fare le prove.

Partiamo allora dai concerti, o meglio dalla data importante che ti vedrà protagonista per la prima volta al Forum di Milano, il 9 maggio 2019.
Sono emozionato, sto già lavorando a quel live perché voglio uno show dinamico, diverso da quelli del passato. Vorrei più elementi, tanta cura dei dettagli… Mi piacerebbe lasciare nel pubblico la voglia di tornare ad assistere a un altro mio concerto.

Dicevamo, tanti impegni anche internazionali ma tu sei italiano d’adozione (dopo l’esperienza in tv, Alvaro parla benissimo la nostra lingua, nda).
Avevo preso casa a Milano quando ero impegnato come giudice a X Factor. Non appena sono arrivato in città per promuovere Mar de colores sono stato travolto dai ricordi. Ho abitato qui per un mese con il mio chitarrista; avevamo orari fissi, una routine. È stato un bel periodo di cui conservo cari ricordi. Adesso vivo tra Berlino e Madrid.

Nel disco in alcune canzoni sembri fare riferimento a una vita vissuta meno di fretta e alle cose semplici che la rendono preziosa. È così?
Sì, rallentare è una filosofia di vita. Se mangiamo di corsa non assaporiamo il gusto dei cibi, e così è per la vita. Spesso dimentichiamo di godere il momento e questo è un vero peccato.
Con Mar de colores, in fondo, esprimo questo concetto: ognuno di noi ha un posto che è casa, a cui ripensa con intensità quando se ne allontana. Tutti abbiamo famiglia, tradizioni, piatti tipici, usanze che fanno parte di noi: sono le nostre radici, qualcosa da non perdere. Mar de colores è appunto un mare di colori, dei nostri ricordi da bambini, di tutto quello che fa di noi le persone che siamo e che ci arricchisce quando le raccontiamo agli altri. Condividere è bellissimo.

In questo caleidoscopio che è la vita, quale colore prevale?
Come nella musica, non ce n’è uno che predomina. Alla fine sono tante tinte nate da tre colori primari che si mescolano e creano tutti gli altri, è affascinante e interessante pensare che sia così.

Però, ascoltandoti, un colore che sembra prevalere nella tua musica c’è ed è l’allegria.
C’è una parte di allegria che fa parte del mio carattere che voglio comunicare con queste nuove canzoni. Portare gioia con la musica è la cosa più bella che mi ha lasciato in dono questo mestiere.

Abbiamo bisogno di allegria, di sentirla nelle canzoni?
Sì, anche se a volte è ovvio identificarsi con canzoni tristi perché capisci che anche altre persone hanno provato sentimenti meno positivi e quindi non ti senti solo. Felicità o tristezza, sono due modi di connettersi tra persone.
Anch’io canto testi che non sono allegri, come Nino perdido. È una delle mie canzoni preferite, nata a Berlino. Ripensavo quando a casa, agli inizi, suonavo il pianoforte, e mia mamma mi diceva che le sarebbe piaciuto vedermi scrivere un brano al piano. Di solito compongo con la chitarra, ma non è stato così per Nino perdido. Il testo è nato insieme alla melodia, e non sempre succede ci sia questa sincronicità. Insomma, è un brano per me particolare.

Cosa rappresenta per te questo secondo album, arrivato dopo un esordio di successo?
È un’evoluzione naturale, contiene canzoni diverse tra loro. Il primo disco lo fai e speri che vada bene: non mi aspettavo tutto il successo che ha avuto Eterno agosto. Con questo ho fatto scelte diverse. Ho sentito una certa pressione, ma si è trattato di un mio istinto a voler fare bene le cose, non era un fattore esterno. Nei testi credo si noti una maturità maggiore, e su queste basi voglio continuare a costruire i dischi futuri.
A volte penso sia un peccato che si conoscano solo le canzoni che passano in radio; il disco è una storia completa, che scrivo per cantarla in concerto. Devo lavorare su questo aspetto perché il pubblico voglia venire ai live per ascoltare tutte i miei brani, non solo quelli più famosi.


Chi èNato a Barcellona il 9 gennaio 1991, Alvaro Soler ha iniziato a suonare a 17 anni nel gruppo Urban Lights come tastierista e cantante, con cui ha inciso due album.Nel 2015 avvia la carriera da solista con il singolo El mismo sol, che spopola, come il seguente cd Eterno agosto, rieditato l’anno dopo sull’onda del successo dell’inedito singolo Sofia. Partecipa poi come giudice a X Factor nel nostro Paese.Adesso è il turno di Mar de colores, dove troviamo la hit estiva La cintura, anche in versione remix con Flo Rida e Tini. Il brano Fuego vede invece la partecipazione di Nico Santos. C’è pure Yo contigo tu conmigo, tormentone del 2017 suonato con il gruppo folk Morat, che fa parte della colonna sonora del film Cattivissimo me 3

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