Al ballo dei Måneskin

CA di Francesca Binfarè Incontro con la band fenomeno del momento Al ballo dei Måneskin Si sono piazzati al secondo posto a “X...


CA
di Francesca Binfarè

Incontro con la band fenomeno del momento
Al ballo dei Måneskin
Si sono piazzati al secondo posto a “X Factor”, ma tanto è bastato al quartetto romano per appropriarsi della scena in modo fulmineo.

Chi ha vinto l’edizione 2017 di X Factor? Lorenzo Licitra, su cui i riflettori si sono un po’ spenti. Non è vero che Lorenzo sia sparito, ha doppiato il film Smallfoot e sembra stia lavorando al suo disco, però se si pensa a quella edizione del talent il primo nome che viene in mente è quello dei Måneskin, secondi classificati.
Questi quattro ragazzi romani, dall’immagine grintosa e forte e dal talento che non conosce incertezze, sono senza ombra di dubbio il fenomeno degli ultimi mesi. Hanno riscosso un successo travolgente, basti pensare che a quattro mesi dall’inizio della tournée primaverile la band ha registrato il sold out di tutte le date, in partenza a marzo.
L’album Il ballo della vita ha debuttato in cima alla classifica con il contorno di quattro singoli nella top ten, ottenendo la certificazione di disco d’oro in una sola settimana. Oggi poi che streaming e download la fanno da padroni, è certamente significativo notare che in meno di due ore dalla pubblicazione l’album è finito al primo posto su iTunes, e che in un solo giorno dall’uscita ha totalizzato 1 milione di ascolti su Spotify, sommando tutte le canzoni.
Sfracelli su YouTube, social invasi: niente altro da aggiungere, se non farci raccontare da loro come vivono questo momento, ovvero da Måneskin.

L’intervista

Che ritmo è quello del “ballo della vita”, per citare il titolo del vostro disco?
La vita ha tutti i ritmi e tutta la gamma di emozioni che un essere umano può provare.

Morirò da re e Chosen (il vostro primo singolo, che non è inserito in questo disco) sono due brani ritmati e carichi, Torna a casa, che ha lanciato l’album, è una ballata. Come mai avete scelto una canzone completamente diversa da quelle che l’hanno preceduta?
Perché anche le ballate ci rappresentano e ci piacciono. C’è un’altra motivazione: la musa ci ha chiamati e da quel momento in poi è iniziato tutto il nostro bellissimo percorso nella musica.

La vostra musa, l’avete spiegato in molte interviste, è Marlena, che citate proprio in Torna a casa.
Lei rappresenta il nostro messaggio, per questo l’abbiamo inserita in tutti i pezzi possibili. Marlena siamo noi, quattro persone diverse e pensanti che si influenzano l’un l’altra. La copertina del disco ritrae proprio lei, ma dopo questa spiegazione potete capire come in realtà quella foto ritragga noi.

Come avete scelto il nome Marlena?
Molto semplicemente cercavamo un nome di tre sillabe, potevamo sceglierne altri.

Nel disco alternate canzoni in italiano ad altre in inglese: avete una preferenza?
No, certamente continueremo a mescolare le due lingue.

Avete una canzone preferita tra quelle del disco?
No, non si sceglie tra i propri “figli”.

Da quale genere musicale siete influenzati?
Da molti artisti, e anche da tante esperienze che viviamo, ma alla fine quello che componiamo è una cosa completamente nostra. Siamo molto stimolati e cerchiamo di mettere queste influenze nelle nostre canzoni, dove confluisce anche la nostra voglia di spaccare il mondo.

Nel disco c’è un duetto con Vegas Jones, come sappiamo il suo genere è la trap.
La trap ci piace e ci influenza. Stimiamo molto Vegas Jones, agli inizi avevamo anche fatto la cover di un suo brano. Abbiamo un punto di vista comune sulla musica, però Immortale ha un riff di chitarra tirato scritto da noi che riporta la canzone a casa nostra. Vegas Jones ha scritto delle parti del testo, è stata una vera collaborazione.

Il vostro tour è un successo strepitoso, tanto che ci sono anche diverse date europee, suddivise tra Svizzera, Belgio, Francia, Spagna, Germania e Inghilterra.
Dal vivo ci esprimiamo al meglio, il palco è il nostro ambiente naturale.

Parliamo di X Factor: il vostro giudice Manuel Agnelli cos’ha detto dell’album?
Manuel non ha sentito tutto il disco ma solo Torna a casa. Durante X Factor la sua guida ci ha insegnato molto. Ad esempio, che bisogna mettersi a testa bassa e lavorare. Lo ringraziamo ancora una volta per averci fatto intraprendere un percorso coerente con la nostra personalità: abbiamo fatto quello che volevamo.

Se doveste dare dei consigli a chi si presenta come concorrente a un talent show, quali sarebbero?
A ogni concorrente diciamo di essere genuinamente sé stesso, di non fare strategie perché non pagano. Noi abbiamo tirato fuori quello che avevamo dentro fin da quando abbiamo iniziato a suonare tra noi, quando ci esibivamo davanti a cinque persone ed eravamo felicissimi.

Gli hater non vi hanno risparmiati: come cercate di gestire i loro attacchi?
Sostanzialmente abbiamo questo approccio: noi andiamo avanti per la nostra strada, potete criticarci quanto volete. Gli insulti che ci hanno scritto sui social li abbiamo usati per pubblicizzare il nostro album.

Com’è cambiata la vostra vita, travolta e stravolta dal successo?
Noi facciamo musica per passione, non per i soldi. Forse succede perché siamo giovani, ma per il momento con i guadagni ci facciamo poco; ci siamo tolti giusto qualche sfizio, vestiti, robetta, le vacanze della scorsa estate.
Damiano: Guido ancora la macchina di mia mamma.
Victoria: Mi sono concessa un bellissimo basso leopardato.

Avete tra i 17 e i 19 anni: come vi siete regolati con la scuola e gli studi?
Victoria: Dall’anno scorso abbiamo sospeso gli studi, visto che eravamo a X Factor. Adesso abbiamo ripreso ma privatamente, per riuscire a conciliare tutto. Studiamo ma la musica in questo momento è la nostra priorità.

A parte questo, ci raccontate com’è la vostra quotidianità?
Siamo sempre la band che suona nella saletta prove, con la differenza che siamo cresciuti. Il rapporto tra noi si è rafforzato, è mutato in qualcosa di più grande: siamo diventati una vera e propria famiglia. Abbiamo fatto esperienze tali da unirci in maniera forte. Alla sera, comunque, torniamo a casa da mamma e papà. Questo per dire che siamo gli stessi di sempre e che conduciamo una vita il più possibile normale. Gli impegni di lavoro ci sono, ma sono motivo di orgoglio e gioia.
Damiano: Io credo che tra di noi sia maturato di più Thomas, che è diventato un signor chitarrista.

BOX
Curiosità
Il ballo della vita è stato scritto interamente dai Måneskin. Le canzoni compongono un racconto autobiografico che riguarda i quattro componenti del gruppo.
La parola Måneskin è danese e significa “chiaro di luna”. Victoria ha origini danesi.
I Måneskin hanno una chiara attitudine rock, a cui uniscono influenze, pop, reggae, funky, rap e hip hop.

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