Figure e figurine

HASHTAG di Elena Giordano Abbiamo (ancora) bisogno di un leader? Figure e figurine La persona che ci guida deve saper ...


HASHTAG
di Elena Giordano






Abbiamo (ancora) bisogno di un leader?
Figure e figurine
La persona che ci guida deve saper essere una vera guida ispiratrice. Come siamo messi, in Italia e nel mondo?

Noi siamo liberi come l’aria. Ci piace, la libertà, ci dà fastidio che qualcuno ci dica quello che dobbiamo fare. Rispettiamo le regole del codice della strada, le leggi, gli “ordini” e le scadenze dei prof e dei docenti perché siamo consapevoli che, se si vuole vivere nella società, occorre tutti avere un retroterra comune. Quando però si tratta di pensare, decidere, stabilire, accettare che ci sia una persona a guidarci, ecco, il rospo diventa difficile da digerire. Eppure, gli uomini riuniti in gruppo (mini, maxi, planetario) hanno bisogno di un leader, è sempre stato così.
Oggi, 2019, cosa significa “leader”? Ha ancora un senso questa figura, nel tempo della Digital Transformation e della tecnologia che ci aiuta a fare ogni cosa? E leader di cosa, religioso, politico, civile? E da dove lo tiriamo fuori? Come lo eleggiamo, ci deve rappresentare, ma in che modo? E quanto, davvero, gli crediamo?

Così funziona…
Il professore ha il preside; la filiale della banca ha il capo ufficio; la Repubblica ha il Presidente; il reparto di ospedale il dirigente; queste figure non sono state messe lì a caso. Rappresentano la massima competenza nel loro settore; hanno studiato e fatto carriera e ora possono – nei giusti modi – guidare e indirizzare il lavoro dei collaboratori.
Questo sistema funziona, e anche bene, a patto che chi è alla guida non approfitti del suo potere per fini personali; lo sappia gestire in modo corretto per la finalità che tutto il gruppo deve perseguire; sappia coinvolgere le persone che con lui lavorano.
Se il sistema non prevedesse un capo, ma tutti pari, le decisioni non potrebbero essere prese rapidamente; la responsabilità sarebbe sempre divisa in mille parti (quindi alla fine nessuno sarebbe responsabile); non ci sarebbe una persona a cui fare riferimento in caso di bisogno.
Attenzione; come detto, il sistema funziona se il leader è Competente e Riconosciuto.

…così no
Accade, in diverse situazioni e occasioni, che il capo-leader non possieda le caratteristiche che abbiamo appena elencato. Risultato? Il sistema si sfascia, in quanto nessuna persona si riconosce nel leader, gli dà retta, segue le sue indicazioni.
Se un’azienda lavorasse con questi presupposti, tempo qualche mese e sarebbe fallita. Se la scuola si reggesse sul “chissenefrega del preside” in classe non ci sarebbe nessuno.
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BOX
E poi ci sarebbero le donne
Quante donne Presidente della Repubblica ci sono state? Nessuna, al momento. Il motivo? Veniamo da secoli di gestione del potere totalmente maschile. Iniziare a salire la scala verso i ruoli chiave, nelle aziende così come nello Stato, è un percorso davvero molto lungo. Qualcosa si è mossa e si sta muovendo, ma ci sono una serie di problemi sul tavolo, che possono diventare oggetto di discussione durante un vostro incontro di gruppo.
·       Le quote rosa: servono? Alcuni dicono sì: almeno qualche donna inizia a sedersi nei posti che contano. Alcuni dicono no: se le donne disponibili non sono competenti per quel ruolo, che senso ha? Voi cosa ne pensate?
·       Casa e famiglia: come possono le donne fare carriera se il carico familiare è sempre e solo sulle loro spalle? Esistono delle politiche che possano agevolarle? Voi le conoscete? Cosa ne pensate?
·       Qual è lo stile di leadership delle donne? Devono per forza scimmiottare il modo di fare dei maschi, anche se hanno abilità e sensibilità completamente diverse? Devono vestirsi in giacca e pantalone per essere considerate “alla pari”? Voi cosa ne pensate?
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Ripensiamo alla politica
Vuoi volare un po’ più alto? Guardati intorno, sul web o in tv, apri un tg o un quotidiano on line, “ripulisciti” dalle tue idee politiche personali e osserva, in modo oggettivo, i leader dei vari partiti.
Chiediti: oltre a rispondere ai loro elettori, quanto pensano al bene del Paese? Quanto a quello dei giovani? Quanto sono preparati e autorevoli, informati in merito a ciò che dicono-raccontano? Oppure parlano solo per slogan, dato che non hanno una conoscenza approfondita delle tematiche davvero importanti? Il panorama è leggermente desolante, in quanto il Paese ha confuso il ruolo della “guida” con quello dell’uomo forte.

Viviamo ancorati al passato
Ci perseguita una strana idea: che gli italiani, come popolo, siano ballerini, svogliati, poco inclini all’obbedienza, voltagabbana e superficiali. E quindi, per essere messi in riga, abbiano bisogno di essere guidati da un uomo forte; uno che, urlando e parlando in modo semplice, articolando tre idee e non di più, dica loro cosa devono o non devono fare. Prospetti un futuro roseo e li faccia viaggiare ai 200 all’ora.
Va bene, con il fascismo e Mussolini andrò proprio così. Ma noi non possiamo migliorare? Non possiamo evolvere, cambiare, imparare dagli errori? E davvero abbiamo bisogno di una personalità esageratamente istrionica per trovare un futuro dignitoso? E chi oggi ci parla per slogan davvero ne sa più di noi?

Il vero valore della “guida”
Non siamo anime perdute, non siamo cittadini allo sbando: noi giovani vogliamo essere guidati, perché abbiamo bisogno di ispirazione, di visioni, di idee che vadano oltre la ricerca del lavoro, il divertimento, l’affitto di casa o la presentazione della tesina. Certo che ci serve, ancora oggi, nel 2019, un leader. Ma uno vero, uno che ci strappi il cuore tanto è bravo, nelle parole e nelle opere, ossia nell’esempio.
Martin Luther King, Gandhi, papa Francesco: quante persone, del passato o contemporanee, sanno capire la società e proporre vere soluzioni, non solo pratiche, ma di lunga gittata? Per fortuna diverse. Quanti bravi capi scout, animatori, insegnanti, parroci, educatori, sanno prendere gruppi di ragazzi e accompagnarli all’età adulta facendo emergere il talento di ciascuno, proponendo opportunità, spingendo sul potenziale? Per fortuna tantissime.
In un mondo che non è perfetto, ma non importa, le parole di un vero leader, come papa Francesco, non solo illuminano i cristiani, ma riescono a toccare e a diventare un riferimento anche per i laici e gli altri capi di Stato. Ecco come si distingue una vera guida, nel tempo moderno: protegge e valorizza i “suoi”, ma abbraccia anche il bene di tutto il pianeta.
Pensate ai temi quali il riscaldamento globale, la guerra alla povertà nei Paesi africani: si potranno fare passi avanti solo se tutti i decisori politici troveranno un compromesso e decideranno di non pensare unicamente al loro profitto.

Io voglio fare il leader
Credi di avere l’attitudine al comando? È una grande dote: se la possiedi davvero, non pensare di poterla esercitare a caso, senza preparazione o istruzione.
Inizia a studiare: tuo compito non sarà sempre e solo ordinare, bensì mediare, ascoltare, prendere decisioni difficili in contesti difficili. E magari, strada facendo, perdere anche qualche amico, o essere messo in difficoltà apposta. Eppure ne vale sempre la pena: allora coraggio, vai incontro al tuo destino (con un buon grado di preparazione).



Possiedi le qualità del leader?
Mettiti alla prova insieme agli amici riflettendo: quanto sei in grado di gestire questi elementi-momenti?·       Ha una sua idea ma è capace di mediare con le idee che gli vengono proposte.
·       Sa dire “no” anche a un amico, se deve pensare al bene della collettività.
·       È carismatico, sa attrarre le persone, convincerle e motivarle.
·       È pronto a dare l’esempio.
·       Non guarda solo a ciò che è importante per il giorno successivo, ma per gli anni successivi.
·       È un buon organizzatore.
·       È capace a delegare e non ha paura che, così facendo, gli “rubino” il posto.
 














Scegli il tuo leader
Hai certamente incontrato, sia sui libri di storia, che in tv, che tra le tue conoscenze personali, un individuo, uomo o donna, che si è mostrato e comportato “naturalmente” come un leader. Cosa ti ha colpito del suo modo di fare?·       Come si rivolge alle altre persone?
·       Qual è la sua abilità migliore?
·       Come riesce a seguire tutte le incombenze?
·       Qual è il suo difetto principale, secondo te?

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