Il sequel di Godzilla

CINEMA Claudio Facchetti Il sequel di Godzilla Il re dei mostri Torna a devastare il mondo il gigantesco lucertolone. ...


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Claudio Facchetti



Il sequel di Godzilla
Il re dei mostri
Torna a devastare il mondo il gigantesco lucertolone. E stavolta è in compagnia di un trio di creature tornate in vita dalle intenzioni poco pacifiche.

È ancora arzillo nonostante l’età. Godzilla, classe 1954, ha superato senza dubbio quota 100, ma non è disposto a farsi da parte nel mondo di celluloide. Anzi, si rilancia alla grande in un nuovo film, Godzilla II - King of the monsters, sequel di Godzilla, uscito nel 2014.
D’altra parte, il simpatico e gigantesco lucertolone, pur con qualche affanno ogni tanto, ha attraversato i decenni ritornando ciclicamente in auge e cancellando le rughe con i migliori… effetti speciali e cambiando talvolta un po’ la fisionomia per avere un look alla moda.
Certo, ne è trascorso di tempo da quel lontano 1954 quando, avvolto dal bianco e nero, debuttava sui grandi schermi del Giappone, il Paese in cui è nato, con la regia di Ishirō Honda, ottenendo un clamoroso successo. E dalla terra del Sol Levante, si era poi presto trasferito verso lidi occidentali, incontrando altrettanto entusiasmo dal pubblico.

MonsterVerse
Da allora, Godzilla è tornato nei cinema 33 volte, quasi sempre con produzioni giapponesi, mantenendo desta l’attenzione degli spettatori, tra pochi bassi e tanti alti. Gli ultimi film che lo hanno visto in azione, in ordine di tempo, con il marchio di Hollywood sono stati due, entrambi con lo stesso titolo, Godzilla. Il primo, del 1998, di Robert Emmerich, a dispetto delle diffuse critiche negative, ha incassato oltre 500 milioni di dollari; il secondo, del 2014, di Gareth Edwards, ha racimolato quasi 530 milioni di dollari, cifre decisamente notevoli.
Un incasso, quest’ultimo, che ha dato consistenza al progetto voluto dalla casa di produzione Warner Bros. battezzato MonsterVerse, un vero e proprio franchise ispirato a colossali mostri, che ha già dato vita al film Kong: Skull Island nel 2017, con il ritorno dell’indimenticabile scimmione King Kong.
Proprio alla fine di questa pellicola, dopo i titoli di coda, si vedono delle pitture rupestri in cui sono disegnati Godzilla e altre tre mostruose creature, che preconizzano appunto la trama di questa nuova pellicola, sottolineata dal suo potente ruggito.

Un temibile terzetto
Un ruggito terrificante che risuona spesso e volentieri in Godzilla - King of the monsters che, come profetizzato, vede l’indomito sauro alle prese con un trio di temibili mostri ritornati in vita: Mothra, una specie di farfalla con mandibole dentate, Rodan, sorta di preistorico pteranodonte, e il più pericoloso di tutti, King Ghidora, drago alato accessoriato di tre teste.
A osservare questo triplice epico scontro ci sono i componenti dell’organizzazione governativa segreta Monarch, già visti in azione nei precedenti film della saga MonstersVerse. A loro toccherà il difficile compito di limitare i danni dei duelli tra i mostri, consapevoli che i loro scontri mettono a rischio l’esistenza dell’umanità.
Un’avventura, come s’intuisce, mozzafiato, girata con abilità e dosi massicce di effetti speciali da Michael Dougherty, regista finora di un paio di horror dal discreto successo (La vendetta di Halloween e Krampus - Natale non è sempre Natale) e sceneggiatore di vari film (X-Men 2 e Superman Returns tra gli altri). «Quando mi hanno proposto il progetto – racconta Dougherty – ho detto subito di sì. Mi sono sentito lusingato e onorato e, al tempo stesso, stimolato dalla sfida di fare meglio del precedente ottimo film, mettendoci qualche novità».
Tra queste, c’è il leggero cambiamento di fisionomia di Godzilla: «Niente di rivoluzionario – precisa – . Gli ho aggiunto le spine dorsali del 1954, allungato la coda e ingrandito le dita delle zampe. Per il resto, è rimasto quello visto nel precedente film».

Un cast rinnovato
Altre novità della pellicola si rintracciano nel cast, quasi del tutto cambiato tra i protagonisti rispetto alla passata pellicola: sono Vera Farmiga (la dottoressa Emma Russell), Millie Bobby Brown (sua figlia Madison) e Kyle Chandler (il marito Mark), tra gli altri. Commenta Farmiga: «Ricordo che con i miei fratelli guardavo i vecchi film di Godzilla che andavano in onda in tv il sabato pomeriggio, per cui trovarmi su questo set è stato davvero emozionante». E anticipa sul suo ruolo: «Emma ha escogitato un modo per comunicare con i mostri e controllarli in qualche modo usando i loro sistemi bioacustici a livello di sonar».
Accanto a lei spicca la giovane Millie Bobby Brown, salita alla ribalta in ambito televisivo nella serie Stranger Things targata Netflix nei panni di Undici. «Non avevo mai visto un film di Godzilla – ammette – e ho dovuto scoprire i segreti della “serie” per ritagliarmi la mia parte. È stato impegnativo, sia a livello emotivo che fisico, visto che ho dovuto imparare anche la boxe».
Un’esperienza decisamente diversa per lei che arrivava dalla tv: «Sotto il profilo della recitazione, non c’è differenza: ti devi sempre preparare al massimo per dare al tuo personaggio l’interpretazione migliore. Mi ha sconvolto invece il set: pensavo che quello di Stranger Things fosse già grande, ma questo è gigantesco come… Godzilla».

Un messaggio per l’ambiente
Un kolossal di questo tipo, d’altronde, mette in moto dinamiche complesse da gestire, come confessa il regista: «È una specie di test di resistenza. Sei al comando di un esercito composto da migliaia di persone e non è semplice tenere sempre a fuoco la qualità, il cuore e lo spirito di Godzilla dall’inizio alla fine. Gli ostacoli da superare sono tantissimi, ma grazie a una troupe straordinaria ogni problema è stato risolto brillantemente».
Per Dougherty una delle cose importanti da tenere presenti era di dare il giusto equilibrio tra i mostri e i personaggi reali. «Queste pellicole devono essere spettacolari – commenta – , il pubblico vuole vedere i duelli tra i mostri, ma ho cercato di dare altrettanto spazio agli esseri umani perché ci si possa affezionare loro».
Tra mirabolanti effetti speciali e scontri epici, tuttavia, il regista non nasconde di aver voluto mettere in risalto un messaggio ben preciso: «Personaggi e creature si muovono in uno scenario preoccupante dal punto di vista ambientale. La salvaguardia del pianeta è in realtà il tema forte del film: la natura va rispettata. Rispettata e temuta».


Una stella a Hollywood
È il 1954 quando appare Godzilla nell’omonimo film nelle sale giapponesi. Riscuote subito grande successo e la sua fama varca i confini del Paese del Sol Levante. A oggi, sono uscite 33 pellicole con il mostro come protagonista.
Seguendo l’idea del produttore Tomoyuki Tanaka, Godzilla è un incrocio tra un iguanodonte, un tirannosauro e uno stegosauro, animali preistorici. È stato risvegliato dal suo sonno secolare e potenziato dalle radiazioni nucleari. Il personaggio, difatti, è una metafora dei danni provocati dalla bomba atomica e dagli esperimenti nucleari in Giappone.In Giappone, il suo nome è Gojira, neologismo formato curiosamente dalle parole “gorilla” e “balena”. In origine, il personaggio doveva somigliare a questi due animali. La pronuncia giapponese lo ha poi occidentalizzato in Godzilla.Il personaggio ha dato vita a un vasto merchandising (videogiochi, fumetti, pupazzi, ecc.) e a serie tv e cartoon. Ha pure una stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles.

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