Editoriale maggio 2019 - Come te lo spieghi?
Editoriale Come te lo spieghi? Il 2 maggio di 500 anni fa moriva uno dei più grandi geni che l’umanità abbia mai visto: Leonardo d...
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Editoriale
Come te lo spieghi?
Il 2 maggio di 500 anni fa moriva uno dei
più grandi geni che l’umanità abbia mai visto: Leonardo da Vinci. Lasciava serenamente
questo mondo di cui aveva scrutato l’inimmaginabile. Trent’anni prima aveva
scritto delle parole che testimoniano questa pace: «Sì come una giornata bene
spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire».
Dentro quell’uomo ardeva un desiderio mai sazio di
conoscere e di comprendere tutto ciò che capitava sotto il suo
sguardo attento e investigatore. E questo lo portava a esplorare ogni cosa,
fosse il corpo umano o il volo degli uccelli, lo scorrere dell’acqua, lo studio
delle piante o la paleontologia, gli astri… Inventore, architetto, ingegnere,
pittore, scrittore, musico, cuoco…
Era figlio illegittimo di Piero da Vinci e
di Caterina, una donna di umili origini, forse una schiava del Medio Oriente,
che venne ben presto allontanata dalla famiglia. Moderno in tutto, cosmopolita,
generoso e
attento ai poveri, vegetariano, alla ricerca maniacale della
perfezione, e pure velatamente pessimista nei confronti «dell’umana spezie».
Scettico e assai poco religioso, visse tutta
la vita lontano dalle ipocrisie di una chiesa sfarzosa e falsa, ma seppe
superare anche questo suo blocco per aggrapparsi ad una fede ben più radicata. «Vedendosi
vicino alla morte – scrive l’aretino Giorgio Vasari – , che disputando de le
cose cattoliche, ritornando nella via buona, si ridusse a la fede cristiana con
molti pianti. Laonde confesso e contrito, se bene è non poteva reggersi in
piedi, volse devotamente pigliare il Santissimo Sacramento fuor de ‘l letto».
Sono passati 500 anni e ancora ci si
interroga su questa immensa figura d’uomo che ha saputo disegnare il futuro.
Quanto abbiamo da imparare, noi che non
saremo mai come lui. In tempi come questi, rimirare quest’uomo è come un’iniezione di
speranza, e può farci tanto bene.
Valter Rossi