La Bepi colombo

LA BEPI COLOMBO  di Mariagrazia Tomasin Spazio, prossima frontiera. È il viaggio della sonda stellare  BepiColombo ....

spazioLA BEPI COLOMBO 

di Mariagrazia Tomasin

Spazio, prossima frontiera. È il viaggio della sonda stellare BepiColombo. La sua missione è di esplorare nuovi mondi per arrivare coraggiosamente là dove l’Europa non è mai giunta prima!

Questa è la prima missione europea per l’esplorazione di Mercurio, nata dalla collaborazione tra ESA (Agenzia Spaziale Europea) e JAXA (Agenzia Spaziale Giapponese). Il decollo è programmato per il 19 ottobre ma la finestra di lancio si chiuderà il 29 novembre, in questo periodo ogni giorno sarà buono. Mercurio è il pianeta più vicino al Sole ed è il più caldo del nostro sistema planetario.

Com’è composta la sonda

La sonda BepiColombo è formata da tre parti:
MPO (Orbiter Planetario di Mercurio): costruito sotto la guida dell’ESA, si stabilizzerà in un’orbita bassa a circa 1.500 Km di altezza. È considerato il “cuore” della missione. Avrà a bordo 11 esperimenti, di questi 4 sono italiani. Le strumentazioni serviranno per studiare la composizione, la forma e la struttura di Mercurio. Comunicherà con la Terra grazie ad un’antenna molto sofisticata: una parabola di un metro di diametro. 

MMO (Orbiter della Magnetosfera di Mercurio): costruito sotto la guida di JAXA, si posizionerà in un’orbita a circa 11.800 Km dal pianeta, avrà a bordo 5 esperimenti per misurare i campi magnetici, le onde e le particelle presenti nella magnetosfera di Mercurio.
 
MTM (Modulo di Trasferimento per Mercurio): non avrà a bordo esperimenti scientifici: praticamente si può paragonare ad un taxi. Sarà fondamentale per trasportare MPO e MMO e per il loro rilascio nell’orbita di Mercurio.

spazioBepiColombo viaggerà per 7 anni, usando l’energia dei pannelli solari per la propulsione solare elettrica e le spinte gravitazionali di Terra, Luna, Venere e Mercurio. L’arrivo a destinazione è previsto per il 2025. Su Mercurio le temperature saranno proibitive, con fortissime escursioni termiche, ed è in questo ambiente ostile che le sonde dovranno raccogliere dati per un anno. 

Dentro il sistema solare

Studiare Mercurio finora è stato molto difficile. Il bagliore del Sole rende impossibile fare osservazioni utilizzando telescopi da Terra, d’altro canto andare sul pianeta è tutt’altro che semplice.
 
Raggiungere Mercurio significa essere diretti verso l’interno del sistema solare: man mano che la sonda si avvicinerà al pianeta, si avvicinerà anche al Sole. Per inserirsi nella sua orbita e non essere risucchiata dall’attrazione della nostra stella, la sonda dovrà frenare: in questo modo consumerà moltissimo propellente. 

Le temperature elevate complicano ulteriormente la missione. BepiColombo sarà esposta alla pioggia di radiazioni solari e la parte rivolta al Sole raggiungerà temperature superiori ai 300°, sufficienti a fondere i metalli. Per proteggere materiali ed elementi elettronici sono state sviluppate sofisticate tecnologie.mercurio

Ad esempio, la superficie di MPO è stata rivestita da una “coperta termica”: è composta da cinquanta strati di alluminio e ceramica sovrapposti e compressi. La coperta è fissata con una speciale tecnica che non ha fori di fissaggio, in modo da non lasciar passare i raggi del Sole. All’interno, le strumentazioni per funzionare perfettamente, dovranno operare ad una temperatura tra 0° e 40°, il calore in eccesso sarà trasferito verso lo spazio profondo da un radiatore.

Le ali dei pannelli solari sono state costruite in modo da poter ruotare, per evitare l’esposizione diretta ai raggi solari. Oltre al caldo ci sarà il problema opposto: il freddo. Nell’attraversare lo spazio profondo si raggiungeranno i -270°. Un viaggio tutt’altro che semplice.

Così (forse) è nata la Luna

Di Mercurio si sanno poche cose: i giorni durano circa 58 dei giorni terrestri, è un pianeta roccioso con grandi crateri, non ha un’atmosfera, ma un sottile strato di atomi e plasma che formano l’esosfera. Sembra che possa avere un nucleo metallico più spaziogrande di quello terrestre. Questo fa supporre che il pianeta fosse molto più grande. Probabilmente un tremendo impatto potrebbe aver strappato via gran parte degli strati esterni.

L’ipotesi è interessante da un punto di vista scientifico, perché un fenomeno simile sarebbe la spiegazione dell’origine della nostra Luna. Le informazioni raccolte serviranno per capire come si è formato ed evoluto un pianeta che si trova così vicino alla sua stella. Serviranno anche per comprendere le “condizioni limite” favorevoli alla nascita della vita.

©Mondo Erre - Mariagrazia Tomasin
 
 
 
 
 

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