Avengers: la fine del gioco

CINEMA di Claudio Facchetti L’ultima battaglia La fine del gioco Hanno il morale a terra, ma devono trovare la forza di reagir...


CINEMA
di Claudio Facchetti

L’ultima battaglia
La fine del gioco
Hanno il morale a terra, ma devono trovare la forza di reagire. Perché si avvicina la resa  dei conti tra gli Avengers e l’arcinemico Thanos.



Top secret. È stata questo l’ordine dato dai produttori della Marvel a tutti coloro che, a titolo vario, hanno lavorato intorno al nuovo Avengers: Endgame. Niente doveva trapelare della trama o dei personaggi coinvolti nel blockbuster, se non al momento opportuno, secondo un ben preciso piano orchestrato dagli strateghi del marketing.
Nessuno ha fiatato e solo a poco a poco, con cadenze perfette, sono incominciate ad arrivare le prime immagini e i primi accenni alla storia, tanto per far venire l’acquolina in bocca ai fan.
Poi, finalmente, il 7 dicembre dell’anno scorso, il primo trailer del film, lanciato in rete. Un boom clamoroso. Nel giro di 24 ore ha avuto 289 milioni di visualizzazioni, stabilendo un nuovo record: nessuna anteprima aveva mai raggiunto una simile cifra in un lasso di tempo così breve.
Numeri che offrono l’idea della febbre altissima percepita per l’attesa della pellicola, ulteriormente salita quando prima della finale del seguitissimo Super Bowl negli USA, la tv ha mandato in onda un secondo trailer di Avengers: Endgame.
Le fitte nebbie che avvolgevano i Vendicatori hanno così iniziato a diradarsi, anche se non si sono del tutto dissolte. Anzi, indizi, battute e personaggi hanno dato vita a ipotesi e considerazioni sulla nuova avventura, lasciando in sospeso tanti punti interrogativi.

Fragili e divisi
Qualche certezza, tuttavia, c’è e si aggancia, com’è noto, al precedente capitolo del franchise, Avengers: Infinity War, e al suo tragico finale. L’Universo è a pezzi, metà popolazione è decimata e con essa persino alcuni supereroi ci hanno lasciato le penne. Thanos, il titano pazzo, sembra aver avuto la meglio, ma deve finire il lavoro.
Per gli Avengers è tempo di tornare a combattere, anche se non sarà semplice ritrovare le forze per fronteggiare la devastante furia di Thanos. D’altra parte, l’umore tra i Vendicatori non è certo alto ed è per questo che ci vogliono altri alleati, prima fra tutti Captain Marvel, il cui aiuto è stato richiesto alla fine di Avengers: Infinity War da Nick Fury.
È proprio l’atmosfera drammatica, che si è insinuata potentemente in questo quarto conclusivo capitolo della saga, la grande novità. C’è scoramento nelle file degli Avengers: Iron Man è disperso nella galassia e pare abbia il destino segnato, Captain America ha il morale sotto le ginocchia e gli altri supereroi non se la passano meglio.
La sconfitta patita in Avengers: Infinity War ha lasciato il segno: mai i Vendicatori sono stati visti così fragili, divisi e pieni di dubbi, in una parola, smarriti. Ecco perché urge una reazione e urgono forze fresche. E qui gioca soprattutto un ruolo decisivo l’entrata in scena di Captain Marvel, non solo per le sue straordinarie potenzialità di combattente, ma per dare uno scossone alla “truppa”.

Il lato umano
A dirigere la pellicola sono ancora i fratelli Joe e Anthony Russo, che avevano già firmato il precedente Avengers: Infinity War, scelta quasi obbligata, visto che i due film sono stati girati praticamente insieme. «È stato faticoso – confessa Joe – . Questi lavori hanno dimensioni colossali e seguire tutto non è semplice. Probabilmente, se potessimo tornare indietro, non li gireremmo uno dopo l’altro».
Aggiunge Anthony: «La sfida più grande era trovare il giusto bilanciamento tra le due storie, che sono complesse. Per questo, abbiamo lavorato molto sul processo di separazione, pur sapendo che i due film hanno delle inevitabili connessioni tra loro».
Non mancano, ovviamente, le scene d’azione, che ogni volta alzano l’asticella degli effetti speciali, sempre più strabilianti. Tuttavia, i fratelli Russo cercano di non esserne sopraffatti. «Rendere i personaggi ultrapotenti – dice Joe – può essere controproducente. Uno degli aspetti che abbiamo curato è stato proprio di non far perdere ai supereroi il loro lato umano, che è poi il motivo per cui il pubblico li ama».
Continua Anthony: «Non sono perfetti, e questo piace alla gente. Ogni volta cerchiamo di trovare dei punti deboli da mettere in evidenza per renderli vulnerabili».
Certo è che Avengers: Endgame farà da spartiacque nell’affollato Marvel Cinematic Universe: l’idea è di voltare parzialmente pagina, con l’ingresso in pompa magna di nuovi supereroi che andranno a sostituire quelli passati. Il tempo ci dirà se avranno lo stesso appeal dei vecchi. Thanos permettendo.



Tanti e agguerriti

I supereroi che incontreremo in Avengers: Endgame, tra vecchi e nuovi, sono numerosi. Elencarli tutti richiederebbe troppo spazio. Eccone alcuni, con i rispettivi interpreti.

Iron Man/Tony Stark, interpretato da Robert Downey Jr.: geniale inventore, miliardario, ex playboy e filantropo, è dotato di un’armatura esoscheletrica di propria invenzione.

Thor, interpretato da Chris Hemsworth: potente figlio di Odino, è ispirato all’omonima divinità della letteratura nordica. Ha sostituito il suo martello Mjolnir andato distrutto con un’ascia mistica denominata “Stormbreaker”.


Hulk/Bruce Banner, interpretato da Mark Ruffalo: è un brillante scienziato che, a causa dell’esposizione ai raggi gamma, subisce una trasformazione genetica che lo muta in un distruttivo mostro ogni volta che è arrabbiato o eccessivamente agitato.


Captain America/Steve Rogers, interpretato da Chris Evans: i suoi poteri gli derivano da un siero sperimentale iniettatogli quando era un soldato nella Seconda Guerra Mondiale. Rimasto ibernato, si è risvegliato ai nostri tempi. La sua arma principale è lo scudo di vibranio.


Captain Marvel/Carol Danvers, interpretata da Brie Larson: dopo essere stata esposta alle radiazioni di una macchina aliena, ha acquisito poteri eccezionali: può volare, emettere o deviare raggi fotonici, controllare la materia a livello molecolare, assorbire energia.


Vedova Nera/Natasha Romanoff, interpretata da Scarlett Johansson: ex spia del KGB russo passata allo S.H.I.E.L.D. americano, è una vera e propria arma letale vivente grazie alle sue doti nel combattimento corpo a corpo. La sua tuta è equipaggiata con letali e numerosi ammennicoli.



Occhio di Falco/Clint Burton, interpretato da Jeremy Renner: atleta fantastico e agile, è dotato di una mira infallibile, messa al servizio quando tira con l’arco, l’arma d’elezione, con cui scocca frecce anche “particolari”: esplosive, con acido, a gas.

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