dTracks
dTracks di Franz Coriasco ...
https://www.dimensioni.org/2014/12/dtracks.html
dTracks
di Franz Coriasco
Songs of innocence
(Island)
Il ritorno
sulle scene di Bono e soci è stato clamoroso. In primis perché l’operazione ha
sottolineato una volta di più le nuove strategie del music-business per
rockstar: non più sfornare dischi per venderli, ma regalarli per ottenere visibilità e dunque più attenzione mediatica; e il
resto verrà da sé… In realtà il regalo lo si deve alla Apple che di
fatto ha finanziato l’album ottenendo in cambio il supporto dell’indiscusso
appeal del quartetto dublinese per lanciare i-Phone6 e i nuovi apple-watch. E
poco importa che il tutto sia un altro passo verso una gadgettizzazione della
musica potenzialmente pericolosa almeno quanto ricca d’opportunità.
Quanto al
disco, siamo in perfetto stile U2: rock appassionato e schitarrante, atmosfere enfatiche, piacionerie
mainstream, ma anche il carisma dei caposcuola non ancora bolliti.
«È l’album più intimo che abbiamo mai fatto – ha dichiarato il
leader – . Con questo disco abbiamo cercato il grezzo per tornare
all’essenziale».
Non so se sia
davvero così, ma certo il mezzo miliardo di clienti iTunes cui l’album è
stato recapitato (che lo volessero o no) si saranno resi conto che anche se le
nuove canzoni non hanno l’aura dei loro capolavori (cui pure si rifanno), i
quattro sanno ancora alzarsi di una buona spanna su quasi tutti gli epigoni e i concorrenti.
forevergreen
AA.VV.
Real World 25
(Real World)
Venticinque
anni fa Peter
Gabriel si lanciava
in un’impresa che all’epoca apparve coraggiosa e forse anche azzardata: una
nuova etichetta interamente dedicata alla “musica del mondo”. Grazie al suo
carisma funzionò e in breve gli studi di Bath cominciarono ad ospitare il
meglio dei talenti extra-occidentali (dal pakistano Ali Khan, al flautista
cinese Guo Ye, dal Terem Quartet di San Pietroburgo, ai Farafina del Burkina
Faso), in un fantastico succedersi d’atmosfere, ritmi, strumenti e scuole
stilistiche provenienti dai quattro angoli del pianeta.
Alcuni fra i
circa 200 artisti attualmente in catalogo sono presenti in
questa compilazione che viaggia anni luce lontano dai cliché del pop-rock
d’Occidente, ma che, specie di questi tempi, ribadisce il potenziale della
Musica come strumento d’incontro tra popoli e culture. Basterebbe questo a
garantire al buon Peter e alla sua Real World, gloria e riconoscenza
imperitura.
FABI-SILVESTRI-GAZZÈ
Il padrone della festa
(Sony Music)
Col senno di
poi, e a conti fatti, vien da chiedersi perché non l’abbiano fatto prima. I tre
sono amici da una vita e rappresentano da anni gli eredi più credibili della
vecchia scuola cantautorale romana. Questo loro eccellente progetto in comune
assomma i talenti
e le peculiarità
espressive di ciascuno, ma aggiungendo un quid dato appunto dalle loro
interazioni creative.
La leggerezza
poetica di Niccolò Fabi, la lucidità analitica di Daniele Silvestri e
l’eclettismo apparentemente stralunato di Max Gazzè s’incrociano a meraviglia regalando un disco che, come impatto e
qualità, ricorda il celeberrimo Banana Republic che nel ’79 mise insieme
Dalla, De Gregori e Ron. Altri tempi, ovviamente, e infatti in queste canzoni
affiorano, oltre a sentimenti e nostalgie sempiterne, anche molte delle ansie
del presente. Se tanto mi da tanto questo sarà solo l’incipit di una lunga e
gran bella storia…
ARIANA GRANDE
(Republic Records)
La “piccola
Mariah Carey” è cresciuta, e ha fatto il botto. Questa graziosa fanciullina
della Florida, ma di origini siculo-abruzzesi, s’era fatta conoscere come starlette
televisiva grazie a una sitcom di Nickelodeon.Questo suo secondo album, My
Everything, le è valso questa estate l’invidiabile titolo di cantante più ascoltata al mondo. Il cliché è quello giusto: fisico e
ammiccamenti da pin-up adolescenziale, canzoncine radiofoniche, furbeschi
richiami al moderno r&b nero, una notevole estensione e personalità
vocale. Buon proseguimento.
No sound without silence
(Sony Music)
Se ti piace
il pop bello tirato e ben confezionato, allora il nuovo album di questo trio
irlandese fa per te. L’appeal è quello di una boyband, ma il trio è ben più
solido e stagionato. Questo loro quarto album possiede una manciata di singoli
potenziali, troppo furbetti e banali per piacere ai critici, ma in grado di mandare
in sollucchero i sempre più numerosi estimatori; venti milioni di copie vendute, oltre 100 milioni di visualizzazioni su YouTube
e di ascolti in streaming su Spotify, mica si conquistano per
caso.
laperlanascosta
A TOY ORCHESTRA
Butterfly effect
(Urtovox - Ala Bianca)
Sulle scene
dal ’98, la band salernitana ha saputo crescere nel tempo in sapienza e grazia,
fino a diventare un punto di riferimento importante nell’ambito del cosiddetto indie-rock
italiano. E lo confermano in questo loro sesto album che segna l’ingresso nel
gruppo del polistrumentista Julian Barrett.
Enzo Moretto
e sodali sanno esprimere personalità e originalità, ma anche rispetto per i
loro maestri; eleganza di scrittura e arrangiamenti, ma senza risultare leziosi; modernità elettronica e
richiami vagamente beatlesiani. Le undici nuove canzoni, tutte cantate in
inglese, sono perfette per l’export e non temono il confronto con griffe ben
più blasonate.